Ci sono collaborazioni che ti riempiono l’anima, che ti rimangono nel cuore e che sono in continuo divenire, perché è solo con le persone giuste che da un’idea ne nasce un’altra.
Se mi segui sui social, avrai notato l’ampia risonanza che hanno avuto due progetti diversi tra loro ma uniti da un filo conduttore, uno spesso e indissolubile filo rosso che si chiama Scuola Secondaria di I Grado Amedeo D’Aosta di Bari.
Mi permetto di fare un passo indietro, perché mi piacerebbe raccontarti la storia di A te, straniero e de La voce del mare.
Qualche anno fa ho avuto la gioia di insegnare in questa accogliente e straordinaria realtà scolastica. È nato da subito un profondo legame con con gli insegnanti e con i docenti di strumento, i quali, quando sono a venuti a conoscenza del mio amore per la scrittura musicale, mi hanno invitata a scrivere un nuovo inno per la scuola. Ho accettato con gioia, ed è così che è nato A te, straniero.
Il Covid e i vari lockdown hanno messo momentaneamente in stand-by il progetto, ma un arrivederci non è mai un addio, e finalmente quest’anno abbiamo potuto coronare il sogno di vederlo rappresentato.
Dato che un altro detto recita non c’è due senza tre, A te, straniero è stato eseguito per ben tre volte: la prima assoluta ha avuto luogo il 20 maggio, in occasione della Festa dei Popoli; la seconda volta, ho avuto l’onore di dirigere i ragazzi davanti a una platea immensa, quando, il 6 giugno, c’è stato il 208° anniversario di fondazione dell'Arma dei Carabinieri; a gran voce, il canto ha riecheggiato fra le mura della scuola per il saggio di fine anno scolastico.
L’entusiasmo per questo brano ha dato il via a due ulteriori idee: da una parte, la pubblicazione su Amazon della raccolta contenente partiture e parti staccate, per dare la possibilità a tutte le scuole di poter suonare e cantare il brano; dall’altra, la nascita di un nuovo progetto, legato non più al tema dell’accoglienza, bensì a quello della sensibilizzazione per la tutela dei mari e, più in generale, dell’ambiente.
Ti confesso che mi sono documentata parecchio per realizzare quest’opera della durata di venti minuti. Ho guardato vari video, raccolto informazioni e… e ho sofferto molto. Ho sofferto perché solo quando non distogli lo sguardo dai problemi che ci circondano ne percepisci la reale entità. I mari sono al limite del collasso, i pesci sono condannati a un’esistenza disumana e anche noi, infine, arriviamo a cibarci della plastica che, per chissà quale motivo, ci divertiamo ad abbandonare nel mondo, quel mondo che da noi occidentali è percepito come terra di nessuno e quindi meritevole di essere inquinata.
La voce del mare racconta quindi la storia dei nostri mari, alternando il punto di vista di un pesce impaurito per l’incuria umana e del mare, che non si capacita del perché gli umani facciano tutto questo, privandolo del ruolo per il quale è stato creato.
Anche di questo progetto è disponibile la raccolta completa di testi, partiture e parti staccate su Amazon, perché è importante sensibilizzare tutti su un tema così spinoso, e credo che portando in scena un’opera danzata, cantata, suonata e recitata i ragazzi siano più invogliati ad avere rispetto per l’ambiente, anche se spesso e volentieri sono proprio loro a ricordare a noi adulti come ci si deve comportare.
Grazie per aver letto la storia di queste due composizioni che si discostano un po’ dalla discografia alla quale sei abituato. Avevo piacere di raccontarti il “backstage” della musica, che arriva a te come prodotto “finito”, diciamo così, ma che è un viaggio ben più articolato ed emozionante, ed è una gioia per me poter condividere ogni singola sfaccettature delle mie emozioni, musicali e non.
Buon ascolto e se hai piacere di iscriverti al mio Canale YouTube, ne sarei davvero tanto grata.