In un quaderno manoscritto del 1997 ho ripescato un vecchio tema appuntato a penna, come da mia abitudine quando le idee erano già ben chiare e delineate. Ho conservato quel quaderno per anni, ignara di quello che sarebbe accaduto: all’epoca non immaginavo di deviare il mio percorso dal pianoforte alla composizione, né che avrei dedicato la mia vita alla produzione discografica.
Quel tema così lontano nel tempo aveva un titolo: la questione dei titoli, per me, è stata sempre una forzatura, dal momento che la musica, per come la concepisco io, è un linguaggio privo di sovrastrutture. “Scrivo come mangio”, quindi per me la musica è e deve essere un linguaggio accessibile a tutti.
Ho iniziato a dare un nome ai miei brani nel 2005, quando per la prima volta mi sono trovata a registrare un album, del tutto inconsapevole di quello che stessi andando a fare. Fatto sta che dopo la sessione di registrazione mi è stata posta una domanda: “Come si chiamano i brani?”. Una domanda che mi ha letteralmente spiazzata perché se fino a quel momento la mia musica era solo un sentire, uno stato d’animo, a partire da quell’istante avrebbe dovuto assumere un’immagine precisa e delineata.
Tornando al nostro brano, qualche anno fa mi è capitato di ripescarlo tra le mani e di presentarlo a un concorso, chiaramente con un titolo. L’ho chiamato Brio per il suo carattere gioioso, allegro e spensierato. Il tema è costruito su tre sole note (sib, do, re) che si susseguono nel loro ordine ascendente e discendente, in un gioco in cui clarinetto e pianoforte le riprendono continuamente tra di loro, come in una danza. Tutto il brano è interamente incentrato su di esse, viste ogni volta da una prospettiva differente, l’armonia, che attraverso nuovi accordi e rivolti dà loro un colore sempre nuovo e diverso.
La sua pubblicazione era prevista per Capodanno 2024, per slittare poi alla primavera; tuttavia, la non casualità degli eventi ha voluto che fosse programmato per il 21 giugno 2024, nel giorno della Festa della Musica.
Il mio compagno di viaggio questa volta è Leo Cucuglielli, amico e stimato collega da anni. Quando gli ho proposto di collaborare insieme, Leo si è mostrato subito entusiasta e felice di poter riprendere in mano il clarinetto, strumento che l’ha reso musicista e che l’ha lanciato all’esplorazione dei legni - Leo difatti è anche un sassofonista molto richiesto.
Ti aspetto il 21 giugno 2024 sui negozi digitali e sul mio Canale YouTube.
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